Era il 25 Dicembre del 1223 ,Francesco mentre arrivava dalla visita al Sultano D’Egitto decise di fermarsi a Greggio.
Quando arrivo nella città cercò un piazzale per fare una capanna che rassomigliasse la grotta di Betlemme dove nacque Gesù , il suo cuore era pieno di tenerezza e con slancio lo
mise atto con figure viventi. Incominciò a chiedere a tutti i pastori di Greccio di aiutarlo a costruire una stalla. La costruirono tutti insieme , poi cercarono un bue e poi un
asinello da mettere tutte e due in un angolo cosi la stalla era pronta.
Visto che era la notte di Natale tutti gli abitanti di Greccio scesero in città a vedere , cosa stesse procedendo. Poi Francesco chiese a una coppia di mettersi nella stalla
come se fossero San Giuseppe e Maria e in mezzo a loro mise una piccola culla fatta di paglia dove sarebbe collocato Gesù bambino. Quando fu tutto pronto Francesco incomincio a cantare il vangelo
di natale: “In quei giorni l’imperatore Augusto decise di fare censimento di tutti i popoli del suo impero…”- E quando Francesco arrivò alla frase che Maria diede alla luce il suo
figlio Gesù e che poi lo avvolse in un panno povero, accadde un miracolo:
nella culla di paglia arrivo Gesù bambino in carne e ossa in una luce splendente e bellissima per tutti i abitanti . Gesù era sceso tra tutti i poverelli con un sorriso splendente. Nacque
così la bella e suggestiva tradizione del Presepio nel mondo cristiano in tutto il mondo , che sarà ripresa artisticamente dai più grandi maestri del mondo di tutti i tempi. E dalla devozione
popolare lungo i secoli successivi, con l'apporto dell'opera di grandi artisti, tale da costituire un filone dell'arte a se, comprendenti orafi, scenografi, pittori, scultori, costumisti,
architetti; il cui apice per magnificenza, realismo, suggestività, si ammira nel Presepe settecentesco napoletano e non solo ma di tutto il mondo, per questo regalo da S. Francesco a tutti
noi.
Per saperene di più sulla vita di San Francesco d'Assisi visita il sito : http://ilpoverellodassisi.jimdo.com
Il Presepe di Greccio o Natale di Greccio è la tredicesima delle ventotto scene del ciclo di affreschi delle Storie di San Francesco della Basilica superiore di Assisi, attribuiti a Giotto. Fu
dipinta verosimilmente tra il 1290 e il 1295 e misura 230 x 270 cm.
Questo episodio appartiene alla serie della Legenda maior (X,7) di San Francesco: "Come il beato Francesco, in memoria del Natale di Cristo, ordinò che si apprestasse il presepe, che si portasse
il fieno, che si conducessero il bue e l'asino; e predicò sulla natività del Re povero; e, mentre il santo uomo teneva la sua orazione, un cavaliere scorse il <vero> Gesù Bambino in luogo
di quello che il santo aveva portato."
Durante la notte di Natale del 1223, a Greccio (in provincia di Rieti, sulla strada che da Stroncone prosegue verso il reatino), Francesco rievocò la nascita di Gesù, organizzando una
rappresentazione vivente di quell'evento. Secondo le agiografie, durante la Messa, sarebbe apparso nella culla un bambino in carne ed ossa, che Francesco prese in braccio. Da questo episodio ebbe
origine la tradizione del presepe.
Nonostante le fonti, Giotto pone la scena nel presbiterio che ricorda la Basilica inferiore di Assisi.
La scena, oltre che una delle più famose, è uno straordinario documento dell'epoca. Nessun pittore si era mai spinto a tanto realismo: lo spettatore osserva dalla parte di solito riservata ai
soli sacerdoti e religiosi (da un ipotetico punto di vista nell'abside), dove sono rappresentati con minuzia e vivace descrittività le caratteristiche dell'ambiente oltre il tramezzo che lo
separa dalla navata: un ciborio che ricorda quelli di Arnolfo di Cambio, i frati che cantano nel coro guardando al reggilibro in alto, un pulpito visto dal lato dell'ingresso ed una croce lignea
sagomata appesa, vista dal dietro, con tutti i rinforzi, e sapientemente raffigurata obliqua mentre pende verso la navata.
Una gran folla di persone assiste alla scena in primo piano di Francesco con il santo Bambino tra le mani (provvisto pure lui di aureola), ma le donne non possono entrare e osservano dalla porta.
Molto reale è la collocazione dei personaggi nello spazio, che appaiono su piani diversi senza dare l'effetto di librarsi nell'aria o di schiacciarsi l'uno sull'altro, come nelle tavole di
pittori di poco più antiche. Solo i frati sporgono in alto perché sono in piedi sugli stalli del coro di cui si intuisce la presenza solo da un piccolo dettaglio accanto alla porta.
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